Apprendiamo questa novità dall’Agi, L’Agenzia Giornalistica Italiana diretta da Giuliano De Risi. E’ stata ribattezzata Wedding Surgery traducibile con chirurgia matrimoniale ed è l’ennesima moda importata dagli Usa, ovvero la tendenza di molte coppie di rivolgersi a un chirurgo estetico per arrivare al giorno del matrimonio con qualche inestetismo in meno.
Ad essere interpellato dall’autorevole agenzia di stampa è stato il dottor Alfredo Borriello, direttore dell’unita’ operativa di Chirurgia Plastica dell’Ospedale Pellegrini di Napoli, che ha evidenziato le strette motivazioni di un esigenza personale con il fenomeno sempre più diffuso di sposarsi sempre più tardi:
Oggi spesso si rinuncia alla villa lussuosa o al viaggio oltreoceano ma non ad apparire perfetti il giorno del matrimonio. Uno dei motivi che ha portato alla nascita di certe tendenze e’ il fatto che si tende a sposarsi sempre piu’ tardi e quindi quando non si ha piu’ la freschezza dei vent’anni, cio’ comporta il desiderio del ritocchino.
Ritocchino che dev’essere necessariamente programmato con largo anticipo per permettere al decorso postoperatorio di terminare. In genere possono bastare due mesi ma in base al tipo di operazione e della zona esposta potrebbero occorrerne sei. Gli interventi vanno perciò programmati e possibilmente resi oggetto di discussione all’interno della coppia. Per non apparire come una mera “vergogna” da cancellare o riparare.
La media degli italiani che si sposano va dai 33 per i masci e 29,9 per le femmine, senza contare che circa un matrimonio su sette riguarda le secondo nozze. E’ normale che in questo contesto è facile trovare qualche inestetismo in più rispetto a quando la coppia è più giovane.
Discorso a parte per la chirurgia prematrimoniale applicata agli apparati genitali dove, cultura, religione e situazioni soggettive riguardano interventi delicatissimi sotto il piano psicologico. C’è chi ricorre alla vaginoplastica per ridare tono alle grandi labbra e chi alla imenoplastica per “ripristinare” la verginità.
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