L’8 marzo, Sex and the City e il matrimonio

Oggi 8 marzo, mie care lettrici e future spose, mi sto chiedendo se non sia il caso di riprendere una seria riflessione sul matrimonio come trappola. Una volta erano gli uomini a considerarlo come tale, perché i doveri verso la famiglia e la presunta fedeltà verso la moglie gli impedivano, a partire dal sì, di comportarsi (apertamente) come avevano fatto sino a quel momento.

Con l’avvento del femminismo, sono state le donne a rendersi conto che in realtà in trappola ci erano finite loro, costrette a vivere solo in funzione dei figli e dell’uomo che avevano sposato, senza nessuna prospettiva di lavoro o di realizzazione personale che non coincidesse con la cucina o con il ricamo. Oggi, per noi, come stanno le cose?

Apparentemente viviamo in un’altro pianeta rispetto a quello delle nostre nonne: abbiamo un’indipendenza economica, o almeno ci proviamo, non abbiamo bisogno di un marito per essere rispettate in società, pianifichiamo il numero dei figli e il momento in cui li avremo, ma.

In realtà, spesso, per far vedere quanto siamo forti e in gamba, ci sobbarchiamo il doppio del peso che le nostre “antenate” portavano. Ovvero: non solo ci occupiamo del lavoro, ma anche della casa, della famiglia eccetera. E ci ritroviamo, come un tempo, a pensare che il matrimonio è un punto di arrivo nonché il giorno più bello nella vita di una donna.

Persino le amiche di Sex and the City, Carrie e Miranda, dopo aver rivendicato in ogni singolo episodio la loro libertà e la loro indipendenza, alla fine si sono accasate.

Certo ognuna lo ha fatto secondo il proprio carattere: Miranda dopo aver messo al mondo un figlio e aver a lungo tergiversato; Carrie in grande stile con annessa sceneggiata hollywoodiana. Persino i comprimari gay hanno optato per una, seppur leggermente pacchiana, cerimonia nuziale.

Cosa vorrà mai dire tutto questo? Che non siamo ancora pronte a vivere senza matrimonio o che malgrado tutto crediamo che non sarà mai un limite per la nostra indipendenza? La parola a voi lettori e lettrici di Sposalicious.

[Photo Credits | Valentin Ottone su Flickr]

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