Recentemente abbiamo trattato l’argomento dell’abito da sposa colorato, indicando la palette dei colori che declinano sul rosso, sul rosa e sul viola, come le più attinta in alternativa al bianco e ai candidi. La scelta di escludere quest’ultimi può essere dettata da una pluralità di motivi legati alla sfera privata e affettiva ma grosso modo possiamo ricondurla alla percezione sensoriale dei colori e dalla volontà di seguire una linea di tendenza fashion.
Quest’oggi accenneremo alle gradazioni che vanno dal rosa al viola, dal glicine al fuxia, sostenendo che la preferenza accordata su questi colori può essere dettata da fattori apparentemente estranei.
Un esempio? Sulla base di reminiscenze di psicologia e sociologia spicciola non è un caso che in tempi di crisi economica il mondo della moda propini colori tendenti al viola perchè corrispondenti alla metamorfosi, alla trasformazione e al passaggio di uno stato all’altro. Studi a riguardo sono stati intrapresi da psicologi e umanisti tra i quali Edwin Babitt, Max Luscher, Johann Wolfgang von Goethe Arthur Schopenhauer.