Proposta di matrimonio ad alta quota

La scorsa settimana, una signora di Evansville in Indiana di nome Jill Bowers ha ricevuto una proposta di matrimonio davvero originale dal suo compagno Paul Reynebeau. Dal Pioneer Airport di Oshkosh nel Wisconsin, i due, in compagnoia della figlia Kendall si sono levati in volo con un aeroplano e il motivo si è svelato una volta in quota.

Paul ha utilizzato dei coni spartitraffico colorati per formare una gigantesca scritta sulla pista dell’aeroporto: Jiil will u marry me? PaulJill vuoi sposarmi? Paul.

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Come sposare un super eroe

Sposare il principe azzurro è il sogno di molte donne, anche delle più emancipate. Una volta, però, per convolare a giuste nozze con l’uomo perfetto era sufficiente scontrarsi con matrigne cattive, sorellastre, mele avvelenate. Le più fortunate potevano star lì a dormire tranquille fino a che il principino di turno non si metteva d’impegno a svellere rovi con la sua spada e i suoi muscoli.

Erano, in fondo, problemi del tutto risolvibili se pensiamo, tra l’altro, che lo stesso principe aveva , incredibili a dirsi, visto che parliamo di uomini, voglia di sposarsi. Magari non lo faceva perché convinto dall’importanza del matrimonio, ma spinto dagli obblighi sociali, dalla necessità di dare un erede al trono. Sfumatura, però, che per le future regine del regno non è mai stata così importante.

Poi sono arrivati i fumetti e sono cominciati i problemi. Quanti super eroi o protagonisti di strisce si sono mai sposati? Certo, chi appartiene alle nuove generazioni citerà subito il famoso matrimonio dell’Uomo Ragno, che lasciò di stucco tutti gli appassionati delle sue storie. Ma non è stato sempre così.

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Che il velo sia da sposa! Avere 30 anni ed opporsi al matrimonio combinato

In Egitto è regola la pratica dei matrimoni combinati, e se una donna a trent’anni non è ancora sposata, con molte probabilità e quasi nessuna speranza rimarrà zitella a vita, con tutte le conseguenze del caso. I wanna be a bride:si chiama una nuova sit come che spopola in Egitto e racconta in maniera ironica lo status delle donne egiziane oggi, costrette a sposare uomini scelti dalle famiglie in matrimoni combinati, o a vagare per sempre nel limbo della zitellaggine e dell’emarginazione sociale.

La sit è tratta dal romanzo I wanna be a bride, tradotto in Italia in Che il velo sia da sposa! ed edito da Epochè Edizioni. Alla base del romanzo e della sit c’è il blog omonimo di Ghada Abdel Aal, farmacista e autrice del blog I wanna be a bride, che dal 2008 raccoglie le lamentele, le aspirazioni ed i sogni di donne egiziane alla soglie dei trent’anni che vorrebbero sposarsi con un uomo che sia un compagno, non con uno sconosciuto scelto dalla famiglia.

In una società sessista come quella Egiziana, in cui un uomo può arrivare ad avere fino a 4 mogli, le donne che oggi hanno quasi trent’anni, una laurea e sono indipendenti economicamente perché lavorano, soffrono dell’impossibilità di poter scegliere il proprio marito, inteso come la persona con cui condividere la vita. La sit com racconta la realtà egiziana del matrimonio con tutti i suoi controsensi: capita che una donna si trovi promessa in sposa ad un uomo che non ha la sua stessa cultura e con il quale non riesca a parlare o con uno che ha già una moglie in un altro Paese.

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Fidanzati terribili: quello che vuole ancora la mamma

Magari esiste una specie di giustizia divina per cui il fidanzato mammone è al novanta per cento il promesso sposo della fidanzata che contesta le dimensioni dell’anello di fidanzamento. Mi sembra però di udire già alle mie spalle un coro di donne che levano la propria voce: “Impossibile, visto che il novanta per cento degli uomini italiani è mammone”.

Io per fortuna, non invidiatemi troppo, ho sposato un uomo che non è per niente mammone, che non vive di solo calcio e che non gioca a fare il quarantenne ancora libero e bello pur avendo moglie e figlia a carico. Sono in pochi i maschietti dotati di tali caratteristiche, me ne rendo conto.

Quando tra amiche parliamo delle nostre suocere, sono l’unica che può dire che anche se la suocera imperversa non riesce ad interferire nel matrimonio. Le altre fidanzate/mogli sono guardate a vista dall’unica vera fidanzata dell’omaccione di casa: la sua mamma.

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Fidanzate terribili: quelle che rifiutano l’anello

Per molte donne Il Signore degli anelli altro non è che il loro gioielliere di fiducia e la frase

Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli

non è altro che una predizione sulla fine che faranno gli uomini che si inoltreranno sul loro cammino, convinti di aver trovato la principessa dei loro sogni.

Prima però di parlare di fidanzate terribili, dobbiamo ammettere che spesso gli uomini non sono dotati di buon gusto nella scelta dei gioielli e men che meno dell’anello di fidanzamento (vogliamo parlare dei loro calzini? Si capiscono molte cose osservando i calzini dei nostri fidanzati).

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Bridalplasty, spose in gara per chirurgia plastica pre-matrimonio

Cosa succede quando due tra i temi che più stanno a cuore alle donne, l’organizzazione del matrimonio e la chirurgia plastica, finiscono nello stesso calderone mediatico? Arriva Bridalplasty, una specie di gara per sopravvivere all’organizzazione del proprio matrimonio con in premio alla vincitrice una chirurgia plastica pre matrimoniale.

Nella nuova serie presto in onda sul canale americano E!, ogni settimana un gruppo di spose si sfida in una prova nozze: scrivere i propri desideri, addobbare i tavoli per il matrimonio, pianificare il viaggio di nozze. Lo show dona alla più brava, a quella che avrà superato tutte le prove dell’organizzazione matrimonio, una seduta di chirurgia plastica.

Lo sposo, ovviamente, non solo non vede la futura sposa fino all’altare, ma non vede la sposa dopo la chirurgia plastica e prima delle nozze, con eventuale finale a sorpresa alla fine dello show. Solo nel momento in cui solleverà il velo per baciare la sposa, sotto gli sguardi indiscreti di telespettatori e telecamere, lo sposo si accorgerà della chirurgia, regalando un finale a sorpresa alla bella favola della sposa perfetta. Immaginate l’epilogo che più vi piace tra i tre a seguire:

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Lo sposo sbadigliante: meglio tenerlo lontano dai preparativi?

Da un lato sogniamo di poter condividere tutto con il nostro lui (sogno che si infrangerà dopo qualche anno di matrimonio, sappiatelo) e siamo convinte, ma davvero, che abbiamo assolutamente le stesse idee in fatto di cerimonia nuziale, bomboniere e servizio fotografico completo.

Perciò dopo avergli estorto una data (non ho ancora trovato un futuro sposo che ne abbia proposta una spontaneamente), cominciamo a parlare con lui dei  preparativi e mentre siamo lì, con lo sguardo sognante, che proponiamo, disegniamo schizzi, sfogliamo riviste a tema, ecco cosa succede.

Sul viso del nostro uomo giganteggia uno sbadiglio eloquentissimo o, in alternativa, ci rendiamo conto che il suo sguardo, una volta in grado di farci tremare dall’emozione, ci sta oltrepassando come se fossimo una lastra di vetro.

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Pam Spurr: se scappi non ti sposo!

Tra tante teorie sul matrimonio – mi sposo, non mi sposo, lo faccio subito, ma no al più tardi – spunta quella di Pam Spurr, psicologa e consulente di coppia. Nel suo raggio d’azione, numerose questioni riguardanti il sesso ma non solo. La Spurr infatti si è occupata anche di ambito matrimoniale affermando un concetto chiaro: se uno dei due partner appare riluttante verso il concetto di matrimonio e il suo contorno, meglio lasciarlo entro un massimo di 3 anni.

Insomma, secondo la Spurr 3 anni dovrebbero bastare a dissipare i dubbi in lui/lei che non vuole saperne del sì. E se ciò non avviene, meglio chiudere la storia invece di aspettare all’infinito.

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Non voglio più sposarmi! Liti pre-matrimoniali e verità nascoste

Mentre cercavo di organizzare il mio matrimonio a circa ottocento chilometri di distanza, mi resi conto che il mio futuro marito non aveva la benché minima intenzione di partecipare ai preparativi, che riteneva superflui come se il ricevimento si potesse organizzare da solo (stile castello incantato de Bella e la Bestia).

Quando, sbuffando e con un’aria da funerale, si decideva a darmi una mano mi saltavano i nervi a tal punto da pensare che forse stavo sbagliando tutto o meglio che stavo proprio sbagliando marito.

Intanto, un’altra mia amica, in tutt’altra parte d’Italia, si stava intanto organizzando per andare a convivere con il suo uomo e scoprimmo, un po’ sconcertate, che anche lei nutriva li stessi sentimenti.

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Non ditelo alla sposa, il programma dedicato all’organizzazione del matrimonio

Da oggi torna in onda sul canale 125 di Sky, LEI, un programma dedicato alle spose e al mondo matrimonio. Non ditelo alla sposa!, così si chiama il docureality in onda ogni mercoledì sera.

A quante cose bisogna pensare per il matrimonio? Partecipazioni, bomboniere, ricevimento, invitati, decorazioni, fiori. Tante, troppe. Di solito ci si pensa insieme, ma spesso è la futura sposa che se ne occupa, con l’aiuto delle amiche ed il parere dello sposo.

Ma cosa succede quando la sposa è esclusa dall’organizzazione del proprio matrimonio e tocca allo sposo occuparsi di tutto, con un budget limitato e con l’intento di andare incontro ai gusti della sposa?

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Torte per celebrare il divorzio

Se le torte nuziali a volte sono delle vere e proprie opere d’arte, dalla torta di nozze a forma di sposa a quelle spettacolari a tema naturalistico, le torte per celebrare la fine del matrimonio non sembrano essere da meno.

Le torte del divorzio ironizzano sulle torte nuziali, sono creazioni fantasiose farcite di panna montata e cinismo, ma strappano un sorriso a chi riesce ad avere una visione ironica anche della fine del matrimonio. Pronti a gustare la gallery?

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Il matrimonio francescano

Si sente parlare spesso di matrimonio francescano e pochi sanno veramente di cosa si tratta anche se trattandosi di San Francesco si capisce che il tema di fondo sarà la rinuncia ai beni materiali per l’arricchimento dello spirito, l’accoglienza verso il prossimo e l’obbedienza reciproca.

Non è quindi un modo alternativo o ancora peggio di moda per decidere come sposarsi: è una scelta compiuta da cattolici praticanti convinti della propria Fede. Non è il rito in se per se ad essere diverso da quello canonico, e la vita matrimoniale futura intrapresa dai futuri sposi che segna la più evidente differenza.

Il rito prevede particolare attenzione alla liturgia e ai canti che vengono tratti dal Cantico delle Creature, benchè questo non sia vincolante.
Le messa è celebrata da un frate francescano secondo i voleri dell’ordine: gli addobbi in chiesa saranno molto semplici e tutto sarà organizzato senza sfarzo e sprechi.

Il banchetto nuziale sarà altrettanto modesto, preferibilmente a casa con parenti e amici. E’ la c.d. Merenda sull’Aia, un pranzo molto diverso dai catering dei matrimoni. Se si ha poco spazio si può oragnizzare nei locali o sul prato della parrocchia.

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