Cravatta dello sposo: nodi, tessuti e colori

Inutile negarlo: più volte abbiamo affrontato il discorso ‘cravatta dello sposo‘. Un accessorio in che, come vi spiegavamo, può essere proposto in diverse alternative. Si va dal modello classico, solitamente di colore grigio, in seta jacquard con piccolissimi disegni, alle versioni dalle tonalità variegate. Una regola su tutte: la cravatta non deve mai risultare eccessivamente chiassosa.

Vi abbiamo poi mostrato le cravatte per lo sposo realizzate dallo studio di design Cyberoptix, tutte in seta e con una vasta serie di stampe originali tra cui scegliere foglie, fiori, pale eoliche e immagini che ricordano i giardini nipponici. E fatto partecipi del taglio della cravatta, un’usanza fortunatamente sempre meno apprezzata che veniva effettuata durante il ricevimento, di regola al ristorante.

Andiamo dunque adesso a illustrare qualche altro dettaglio che si fa necessario conoscere in merito alla cravatta dello sposo. Il nodo, ad esempio. Ne esistono tantissimi: il nodo Ascot, il nodo Plastron, il nodo Windsor. Lo sposo non è particolarmente abile? Meglio allora preferire un nodo classico per evitare di sbagliare. Una regola da non dimenticare: per ottenere un nodo stretto e piccolo occorre scegliere una cravatta in tessuto leggero che non presenti una eccessiva imbottitura; per un bel nodo largo e morbido, la consistenza della cravatta dovrà essere necessariamente più corposa.

La cravatta dello sposo, poi, non deve essere troppo corta, lunga, stretta o larga. Anche in questo caso, un modello classico risulterà essere una sicurezza. E mai vergognarsi di chiedere consiglio alla futura sposa prima di scegliere una determinata cravatta.

Infine, ricordiamo qualche corretto abbinamento: al tight va associato un plastron in seta avorio o grigia, fermato con uno spillone in oro e solitamente abbellito da una perla. Per un abito classico, sul blu o sul grigio scuro, meglio scegliere una cravatta grigia o avorio con nodo semplice, al massimo con nodo Windsor.