Sarebbe bello poter scrivere sul matrimonio sull’unico lato della pagina che ne descrive il bello e il meraviglioso, ma questo significherebbe ignorare l’altra faccia che non sempre ci regala emozioni positive da poter condividere.
La cronaca è piena di vicende che hanno come sfondo la sfera nuziale che sono intrise di odio e di violenza ma questa non è una ragione valevole per cui anche un blog – abituato a contemplare l’aspetto più piacevole – non debba fermarsi e riflettere.
O forse è solo l’ennesima notizia di cronaca nera che mi ha particolarmente colpito e che mi serve da spunto per scrivervi questo post. E’ successo a Novi Modena, dove un pakistano di 53 anni, Hamad Khan Butt, ha barbaramente ucciso sua moglie, Begm Shnez di 46 anni e ferito gravemente la sua figlia, Nosheen di 20 anni perchè si rifiutavano di accettare un matrimonio combinato con un giovane parente pakistano.
Una vicenda familiare finita in tragedia e con risvolti psicologici per una povera ragazza di vent’anni che difficilmente verranni superati in fretta.
Nessuna costrizione matrimoniale potrà mai essere giustificata come derivante dall’Islam- La più pura e corretta tradizione musulmana ci riferisce la più netta condanna di questa pratica tribale opposta dal profeta Muhammad.
Se a dirlo è Patrizia Khadija, vice presidente dell’Ucoii, l’unione delle comunità e organizzazioni Islamiche in Italia allora non ci sono remore sulla difficoltà di accettare i dogmi di una religione diversa, questa vicenda è figlia di una sotto-cultura che proviene da lontano ma sempre un mostro che non conosce loco, bandiere e religioni: la violenza sulle donne.
E’ un argomento che purtroppo nel 2010 continua ad essere di un’attualità spaventosa e della quale non possiamo che augurarci che presto vengano messe al bando le belle parole di cricostanza e finalmente inizi a cambiare qualcosa, dentro ognuno di noi.
I nostri siceri auguri a Nosheen di guarire presto dalle ferite che le hanno portato in ospedale e dalle ferite nel suo cuore.
1 commento su “Lapidata dal marito per essersi opposta al matrimonio combinato della figlia”