Novanta anni. Li avrebbe compiuti pochi giorni fa, il 2 dicembre, la mitica Maria Callas. E proprio alla Divina Gremese editore ha dedicato un testo scritto da Roberta Maresci all’interno della collana Donne nel mito con la collaborazione con Diva Universal.
Tra i passaggi interessanti, quello riferito a Elsa Maxwell, “la più grande sciattona d’Europa e d’America” che fece incontrare Maria a Aristotele Onassis. “Salvo poi essere gelosissima, perché innamorata, senza speranze, si dice, della Callas, Elsa Maxwell possedeva soltanto un vestito da 20 dollari arraffato in una liquidazione di un grande magazzino”.
E poi un passaggio sul contratto di nozze tra Onassis e Jackie Kennedy che “le prescriveva un tetto per le spese voluttuarie, un’altra cifra per gli abbandoni, una trattenuta per le emicranie e 25 miliardi di risarcimento in caso di divorzio o morte, non più di un rapporto sessuale al mese, tre miliardi l’anno come argent de poche e altre stranezze. La vedova era diventata mondana. Unica nel comprare trenta paia di sandali tutti uguali a Capri, cinquanta foulard di Hermés a Parigi e spendere ottocentomila dollari in vestiti in un mese: c’era qualcosa di nevrotico in lei. Il “greco”, poco dopo, si pentì d’averla accanto: «Dovevo sposare la Callas… Jackie è vuota, fredda, superficiale», arrivò a dire Ari, che voleva già divorziare…. Onassis si sentì sfruttato dall’avidità di Jacqueline. L’immagine pulita di Maria cominciò a girargli nella testa. Appena arrivato a Londra in luna di miele, dal Savoy telefonò alla Callas. Da allora, quel numero fu fatto tutte le sere. La fiamma s’era riaccesa, questa volta in Onassis spuntava l’amore. Lo si vedeva uscire all’una di notte dalla casa della Callas in via George Mendel 36 a Parigi. Un fotografo l’aveva ritratto insieme a lei, da «Maxim’s». Due giorni dopo, Jacqueline piombò a Parigi e volle la ripetizione della cena nello stesso ristorante. Onassis obbedì. Era il 1970. Maria Callas si sentì di nuovo tradita”.