Recente la notizia secondo cui, nel corso dell’ultimo anno, ben 142 coppie omosessuali sono convolate a nozze in Svezia. Ciò che stupisce è che abbiamo potuto farlo in Chiesa. Ma sappiate che dal 1 novembre 2009, questo è possibile.
In realtà già nel 1995 le coppie omosex legalmente residenti in Svezia potevano avvalersi dell’unione civile che permetteva loro di godere di quasi tutti i diritti riservati alle coppie sposate. Poi, step dopo step, nel 2004 nacque un’apposita commissione parlamentare che investigasse sull’opportunità di estendere il matrimonio alle coppie dello stesso sesso e di convertire automaticamente le già esistenti coppie di fatto in coppie di coniugi.
Tre anni dopo, ecco arrivare un rapporto che conteneva la bozza di riforma che fu approvata da sei partiti su sette, da destra a sinistra. Insomma, si decise che legalizzare il matrimonio gay sarebbe stato il gesto definitivo e simbolico dell’equità sostanziale tra i cittadini svedesi.
A fine 2007, il miracolo: la Chiesa Luterana di Svezia dichiarò di essere a favore dell’unione gay davanti a Dio ma chiese al Governo che il termine “matrimonio” restasse solo alle coppie etero.
Torniamo ai giorni nostri e alle 142 coppie gay fresche di altare. Se il vescovo Esbjorn Hagberg, un anno fa, dichiarò di essere preoccupato per gli eventuali contrasti che potevano sorgere nei rapporti con le altre Chiese del mondo, adesso Christina Grenholm, capo della Segreteria teologica ed ecumenica della Chiesa di Svezia, fa sapere in merito:
Non importa in realtà quanti siano i matrimoni gay che sono stati celebrati. L’unico aspetto fondamentale è che questi si siano effettivamente potuti tenere.
Impossibile darle torto. Soprattutto per il fatto che lì, in Svezia, gli omosessuali non vivono in un clima di terrore, non vedono attorno a loro un regime di discriminazione e di oppressione. Il segreto di queste coppie gay sta tutto nel clima di tolleranza e di sostenziale uguaglianza di fronte alla legge. Fortunati loro.
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