Che ne pensate di questi sposi inscatolati? Il video è veramente ben fatto e molto divertente. Fa però parte di una serissima campagna intitolata Free Marriage (andate pure sul sito ufficiale ma solo se conoscete l’ebraico) per cercare di ottenere che in Israele ci si possa sposare secondo il proprio credo e anche secondo il proprio orientamento sessuale.
In Israele, infatti, gli unici matrimoni ammessi sono quelli con rito religioso. Incredibile, ma vero, se non appartenete a nessuna religione non potete chiedere il rito civile. Lo stesso dicasi per due persone che professano due diversi credo religiosi, per non parlare, naturalmente, di eventuali matrimoni gay.
Il video mi ha colpita per l’idea della cornice che cerca di inquadrare in un’unica forma, modalità diverse di amore. Spero mi perdonerete la citazione coltissima che seguirà. Proprio ieri, leggendo il libro Etica Oggi di Michela Marzano, mi sono imbattuta in questa affermazione di John Stuart Mill (1806-1873):
Non c’è ragione perché ogni esistenza umana debba costruirsi su un modello unico o soltanto su un piccolo numero di modelli. Se una persona possiede sufficiente buonsenso ed esperienza, il suo modo proprio di tracciare il disegno della sua esistenza è il migliore, non perché sia il migliore di per se stesso, bensì perché è proprio il suo.
Mill viveva in piena epoca Vittoriana, un’epoca caratterizzata da molto conformismo e bigottismo in materia di sesso e di rapporti di coppia. Noi però viviamo nel 2011 e se la situazione di Israele è molto seria, anche da noi, in materia di unioni civili e di matrimoni religiosi non è che le cose vadano benissimo.
Certo che se in Israele dovesse verificarsi una svolta in questo campo, allora molti paesi dell’Europa occidentale, Italia compresa, si troverebbero in difficoltà nel giustificare la propria arretratezza. Arretratezza che non è solo legislativa, ma di pensiero. Perché qui da noi, prima ancora di approvare i matrimoni omosessuali, bisogna riuscire a parlarne serenamente.