Benchè nei paesi occidentale ci si sposi sempre più tardi, il fenomeno dei matrimoni precoci, ovvero quelli organizzati dai genitori quando i ragazzi sono ancoro poco più che adolescenti e una pratica ancora diffusa in tutto il mondo. A Rajasthan in Indiasopravvive ancora l’usanza di far sposare bambini molto piccoli. Nel giorno di Akha Teej, di buon auspicio, si celebrano nozze di massa tra ragazzi e ragazze molto giovani. Dal punto di vista dei genitori, questo è il modo tradizionale e sperimentato di organizzare la trasmissione della proprietà e del patrimonio nella famiglia. Una percentuale ridotta, ma significativa, dei bambini ha meno di dieci anni, ed alcuni hanno appena due o tre anni di età.
Un recente studio dell’Unicef su sei paesi dell’Africa occidentale ha rilevato che in Niger il 44% delle donne tra i 20 ed i 24 anni si è sposata prima dei 15 anni di età. Le principali ragioni addotte sono l’esigenza di rispettare la tradizione, di rafforzare i legami tra le comunità o all’interno di esse, e di proteggere le ragazze dalle gravidanze al di fuori del matrimonio. Nelle comunità prese in esame, tutte le decisioni su chi e quando sposare vengono prese dai padri.
Molte ragazze del Bangladesh vengono fatte sposare subito dopo la pubertà, in parte al fine di liberare i genitori da un onere economico ed in parte per proteggere la purezza sessuale della ragazza. Quando una ragazza è di famiglia molto povera oppure ha perduto i genitori, può andare in sposa ad un uomo molto più anziano di lei, come terza o quarta moglie, ed assumere il ruolo di serva sessuale o domestica.
In Albania, le famiglie delle aree rurali, ridotte in condizioni di abietta povertà dalla transizione postcomunista, spingono le figlie a sposarsi precocemente per non lasciarsi sfuggire i potenziali mariti prima che essi emigrino verso le città alla ricerca di un lavoro, e per evitare il rischio che le ragazze vengano rapite mentre si recano a scuola.
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