Matrimoni e tradizioni del passato: il frustino per mettere in riga la futura moglie

Se oggi metto insieme le parole frustino e prima notte di nozze immagino già cosa potete pensare voi lettrici di Sposalicious. Mi dispiace deludervi, ma il frustino di cui parlerò oggi non porta con sé nessuna promessa di trasgressione e nessuna carica erotica.

Avete mai letto la storia di come una giovane e brillante ragazza di nome Sofia riuscì a diventare zarina di tutte le Russie, con il nome di Caterina? E’ una storia lontana, parliamo più o meno del 1750. Mentre leggevo questa appassionante biografia mi sono imbattuta nella descrizione del rito matrimoniale cui questa povera adolescente dovette sottomettersi per diventare sposa dell’erede al trono.

Che le donne fossero, lo sono tutt’ora, considerate una proprietà degli uomini è risaputo. Ogni cultura, poi, ha rielaborato questo concetto a modo proprio. Così, mentre la Francia si preparava ad un’epoca di idee rivoluzionarie, la madre Russia perpetuava questa agghiacciante, psicologicamente, messa in scena.

La sposa, fin qui niente di nuovo, passava dall’essere una proprietà paterna ad essere una proprietà nel marito. In Russia questo passaggio avveniva toccando la povera donna con un frustino. Questo rito del toccare serviva a ricordarle che il marito era il suo signore e padrone e che poteva praticamente picchiarla anche a suo piacimento (cosa che avveniva puntualmente).

Una volta rimasti soli nella camera nuziale, la sposa doveva inginocchiarsi e togliere gli stivali a suo marito e dentro uno degli stivali cosa avrebbe trovato? Giusto: un altro frustino. Per essere sicuri che il messaggio era passato in modo chiaro e inequivocabile.

Ora, Caterina, era una donna di rara cultura e intelligenza, molto forte e indipendente eppure dovette subire le percosse del marito che era impotente (per molte donne, una vera salvezza) quindi riservava il resto delle sue attenzioni platoniche alle cortigiane.

Che dire, non vorrei ora che noi donne pensassimo che visto che simili riti non esistono più allora siamo a posto con l’emancipazione. C’è ancora molta strada da fare e magari dovremmo imparare anche noi ad usare di più la frusta, per ricordare ai nostri futuri mariti che non siamo proprietà di nessuno (temo però che molti invece di afferrare il messaggio vi apriranno un conto in un sexy shop).

Photo Credits | Mackinac Cowgirl

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