Quando ci troviamo di fronte a notizie come questa, proprio nella Giornata contro la violenza sulle donne, c’è il rischio di diventare davvero poco politicamente corrette. Siamo abituate a sentire di donne uccise da mariti e fidanzati, che davvero non pensiamo sia possibile che accada il contrario e quando accade, per un attimo, non pensiamo ad un gesto violento ma ad una sorta di vendetta a nome del genere femminile.
In questo caso l’assassina è pakistana, ha 32 anni e ha ucciso il suo secondo marito, di dieci anni più giovane, facendolo poi a pezzi e cominciando a cucinarlo come un semplice spezzatino.
Sconcertante vero? E’ una storia che ribalta tutti i cliché che di solito incontriamo e non è finita qui. Oltre al tizio ridotto a pranzo domenicale, è scomparsa anche la figlia diciottenne della donna (forse corteggiata dall’uomo).
A volte la realtà supera l’immaginazione e il mio pensiero è andato ai racconti della scrittrice Fatima Mernissi, che racconta come i veri harem (in cui lei è cresciuta) erano spesso pericolosi proprio per gli uomini. Le donne, in concorrenza per essere le favorite, spesso avvelenavano il sultano e cercavano di eliminare le rivali.
Ecco, se un domani scoprite che vostro marito vi tradisce, cercate di attenervi a tradizionali pratiche di separazione (giusto perché non esiste il delitto perfetto e non vale la pena, davvero, di finire in prigione).
Photo Credits | Me and the sysop su Flickr