Il menu del pranzo di nozze può causare delle incredibili diatribe familiari. Per cominciare, se non lo avete ancora immaginato, cominceranno le guerre tra gli amanti della carne e quelli del pesce. Ci sarà anche chi discuterà su quali sono i piatti che indicano chiaramente le possibilità economiche delle famiglie degli sposi e che che quindi vanno scelti a prescindere dai gusti personali.
Ci sono poi coloro che avversano assolutamente la scelta di un buffet in piedi che sostituisca un classico pranzo in un classico ristorante per matrimoni e che per nulla al mondo rinuncerebbero ad un antipasto che equivale, in quantità e calorie, ad un pasto in trattoria.
Al confronto, le discussioni su come addobbare le sedie o organizzare il tavoli vi sembreranno davvero delle inezie. La situazione diventa imbarazzante soprattutto se a pagare sono proprio i genitori: bisogna accontentarli in quanto finanziatori o è meglio puntualizzare che offrirsi di pagare non da loro il diritto di imporsi su tutto? Vi racconto cosa è successo ad una mia amica.
Invitata ad un matrimonio, ha scoperto solo a ricevimento concluso che il menu servito al suo tavolo era completamente diverso da quello servito ai tavoli dall’altra parte della sala. I consuoceri erano arrivati ai ferri corti proprio al momento di scegliere tra i diversi menu e ogni tentativo di riconciliazione era andato a vuoto.
Così, i genitori della sposa e dello sposo hanno scelto e pagato un menu specifico per ogni gruppo famigliare. Decisamente triste, non trovate? Peccato che in Italia non si possa fare come negli Stati Uniti: scappare e sposarsi senza dirlo a nessuno, in casi come questo sarebbe molto utile.
Chissà che la moda dei ricevimenti low cost non aiuti a dirimere simili assurde questioni. Anche perché così facendo, passa in secondo piano l’amore dell’uomo e della donna che si stanno promettendo fedeltà eterna e di quel meraviglioso giorno resteranno ricordi spiacevoli e pettegolezzi inutili. Voi lettrici di Sposalicious come vi comportereste in una situazione simile?
Photo Credits | Jon Day