Vi dico subito che non è il caso di generalizzare. Vi parlerò del nord e del sud che ho conosciuto personalmente, essendo io nata in una parte dell’Italia e trasferita, per amore, al capo opposto della penisola. L’idea di quanto fosse diverso il modo di concepire il matrimonio l’ho avuta subito dalla lista degli invitati alle nozze.
Quella di mio marito, il nordista, occupava un foglio A4, la mia, sudista, circa 5 fogli, comprese le partecipazioni, naturalmente. Non è che io volessi invitare o far sapere davvero a tutta quella gente che mi sposavo.
È solo che nel mio sud le cose vanno così: sono considerati parenti stretti anche i cugini di secondo grado, poi ci sono le persone che se non le inviti si offendono e gli amici di genitori e fratelli che anche se tu non li sopporti hanno un posto prenotato sin dall’inizio.
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