annullamento nozze combinate

Laxmi Sargara, matrimonio combinato annullato

annullamento nozze  combinate

Grande gioia per Laxmi Sargara, la ragazza diciottenne che all’età di un anno era stata promessa in sposa dai genitori ad un bambino di tre. La giovane, che non aveva nessuna intenzione di sottostare alla decisione e sposarsi si è rivolta prima ad un assistente sociale e poi ad un’associazione per i diritti umani.

Da sempre le autorità si battono contro i matrimoni combinati in età infantile, ma nelle zone povere dell’India questa usanza è ancora in voga. Laxmi Sargara si è incontrata con il futuro sposo pregandolo di prendere in considerazione l’idea di annullare le nozze.

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Matrimonio precoce: un usanza ancora radicata in tutto il mondo

Benchè nei paesi occidentale ci si sposi sempre più tardi, il fenomeno dei matrimoni precoci, ovvero quelli organizzati dai genitori quando i ragazzi sono ancoro poco più che adolescenti e una pratica ancora diffusa in tutto il mondo. A Rajasthan in Indiasopravvive ancora l’usanza di far sposare bambini molto piccoli. Nel giorno di Akha Teej, di buon auspicio, si celebrano nozze di massa tra ragazzi e ragazze molto giovani. Dal punto di vista dei genitori, questo è il modo tradizionale e sperimentato di organizzare la trasmissione della proprietà e del patrimonio nella famiglia. Una percentuale ridotta, ma significativa, dei bambini ha meno di dieci anni, ed alcuni hanno appena due o tre anni di età.

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Soldi in cambio di finti matrimoni per ottenere il permesso di soggiorno

Abbiamo avuto più volte modo di discurtere sui matrimoni combinati per interesse, quelli cioè senza la volontà degli sposi per assecondare affari economici tra le famiglie. Caso diverso se il matrimonio è combinato per creare in maniera artificiosa uno status familiare del quale tranne profitto. E’ il caso di molti stranieri che sposano degli italiani per ottenere un permesso di soggiorno. Secondo infatti l’articolo 30 del Testo Unico sull’immigrazione 286/98 l’extracomunitario che abbia contratto matrimonio con un cittadino italiano ha diritto al permesso di soggiorno. Dopo 3 anni anche alla cittadinanza.

Fatta la legge, trovato l’inganno. C’è chi si fa pagare per inscenare un finto matrimonio e poter concedere così la possibilità a un cittadino straniero di ottenere un permesso di soggiorno. Non sono casi sporadici ma un vero e proprio business illegale senza quartiere.

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Che il velo sia da sposa! Avere 30 anni ed opporsi al matrimonio combinato

In Egitto è regola la pratica dei matrimoni combinati, e se una donna a trent’anni non è ancora sposata, con molte probabilità e quasi nessuna speranza rimarrà zitella a vita, con tutte le conseguenze del caso. I wanna be a bride:si chiama una nuova sit come che spopola in Egitto e racconta in maniera ironica lo status delle donne egiziane oggi, costrette a sposare uomini scelti dalle famiglie in matrimoni combinati, o a vagare per sempre nel limbo della zitellaggine e dell’emarginazione sociale.

La sit è tratta dal romanzo I wanna be a bride, tradotto in Italia in Che il velo sia da sposa! ed edito da Epochè Edizioni. Alla base del romanzo e della sit c’è il blog omonimo di Ghada Abdel Aal, farmacista e autrice del blog I wanna be a bride, che dal 2008 raccoglie le lamentele, le aspirazioni ed i sogni di donne egiziane alla soglie dei trent’anni che vorrebbero sposarsi con un uomo che sia un compagno, non con uno sconosciuto scelto dalla famiglia.

In una società sessista come quella Egiziana, in cui un uomo può arrivare ad avere fino a 4 mogli, le donne che oggi hanno quasi trent’anni, una laurea e sono indipendenti economicamente perché lavorano, soffrono dell’impossibilità di poter scegliere il proprio marito, inteso come la persona con cui condividere la vita. La sit com racconta la realtà egiziana del matrimonio con tutti i suoi controsensi: capita che una donna si trovi promessa in sposa ad un uomo che non ha la sua stessa cultura e con il quale non riesca a parlare o con uno che ha già una moglie in un altro Paese.

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