Matrimonio rato e non consumato di competenza della Sacra Rota

Fino a oggi il matrimonio rato e non consumato, ovvero quello regolarmente celebrato ma che non si sia poi consumato attraverso un rapporto fisico tra i coniugi passa di competenza alla Sacra Rota, dicastero della Curia Romana ed è il tribunale ordinario della Santa Sede. A stabilirlo è il Papa Benedetto XVI che ha modificato l’articolo 126 della Costituzione apostolica che finora individuava nella Congregazione dei sacramenti i casi di nullità del matrimonio non consumato.

Il Papa ha stabilito che il Tribunale della Rota Romana “funge ordinariamente da istanza superiore nel grado di appello presso la Sede Apostolica per tutelare i diritti nella Chiesa, provvede all’unità della giurisprudenza e, attraverso le proprie sentenze, è di aiuto ai Tribunali di grado inferiore”. E’ un cambio di competenza che interessa tutte quelle coppie che hanno un procedimento di dispensa dal matrimonio rato e non consumato in corso, perchè è già stato costituito un ufficio copentente presso la sacra Rota.

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I motivi di nullità del matrimonio religioso

La differenza sostanziale anche se non fondamentale tra il matrimonio civile e quello religioso è che per il primo è ammesso il divorzio per il secondo il vincolo è indissolubile. Le ragioni storiche di questa discrepanza  affondano le radici nel 1974 qper effetto di un referendum abrogativo della legge sul divorzio. Il 59,1% degli aventi diritto al voto espresse il suo NO all’abrogazione della legge sul divorzio varata 3 anni prima.

L’ordinamento giuridico però tutela il matrimonio e favorisce il legame affettivo e stabile dei coniugi, ovvero tenta la conciliazione prima dell’anticamera della separazione ed infine dopo diversi anni concede il divorzio.

Il matrimonio religioso è invece indissolubile perchè è il sacramento dell’unione di 2 persone davanti a Dio. Nessuna autorità ha il potere di revocarlo. Ma per quello che per molti è considerato un escamotage si pùò dimostrare che il matrimonio era nullo dall’inizio, ovvere c’era almeno una condizione per cui il matrimonio non doveva essere celebrato.

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