C’è tempo fino a domenica 27 gennaio per visitare la 19esima edizione di “Sposi ma non solo” a Salerno, uno dei più importanti saloni espositivi della provincia di Salerno dedicato alle piccole e grandi cerimonie.
Salerno
Sposi ma non solo a Salerno tra stand e miss
È in corso in queste ore e durerà fino a domenica 29 gennaio l’evento “Sposi ma non solo” a Salerno. Diciottesima edizione di una manifestazione che rappresenta uno dei più importanti saloni espositivi della zona.
L’evento, dedicato alle piccole e grandi cerimonie, ha certamente l’obiettivo di aiutare tutti i futuri sposi a orientarsi tra i mille preparativi da fare, oltre a far conoscere e promuovere le novità del settore ai futuri sposi.
Salerno, sì alle nozze civili nei parchi
Rivoluzione matrimoni civili a Salerno. Oltre al salone del Gonfalone, unico spazio concesso finora dal Comune, dal prossimo anno il fatidico sì lo si potrá pronunciare nel complesso monumentale di Santa Sofia e nella chiesa di Santa Apollonia, nel verde della Villa comunale e del giardino della Minerva, al Casino sociale e in tutti i parchi cittadini, oltre che nel salone dei marmi di Palazzo di Cittá.
Torna a Cava de’ Tirreni la “sposa bambina di guerra”
E’ tornata in Italia, dopo 15 anni, Nina Farano Fortin, la sposa del soldato americano che tornò per sposarla. Era il 23 settembre del 1943 e l’avanzata degli Alleati sbarcati a Salerno la settimana prima aveva liberato Cava de’ Tirreni dall’occupazione dei tedeschi. Un giovane soldato americano che si era rifugiato nel negozio della madre, promise a Nina (che all’epoca aveva 10 anni) che se fosse sopravvissuto sarebbe tornato a trovarla. Il giorno dopo, quel soldato americano ribadì la promessa al padre, chiedendo la mano della figlia dopo che la guerra fosse finita.
Erano altri tempi, quando le promesse degli uomini erano solenni e i sentimenti erano così puri che nemmeno il grande conflitto volle ostacolare il destino: George, il soldato americano che fu poi trasferito in Gran Bretagna per prende parte allo sbarco in Normandia, tornò nel 1951 a Passiano per onorare la sua parola. Nina nel frattempo era diventata una donna ma non aveva dimenticato quella promessa.